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Crostone del Trifolau: con uovo pochè, lardo e tartufo nero

L’autunno prosegue senza sosta e continua a regalarci i suoi prodotti migliori, uno fra questi è il “Tartufo Nero Uncinato”. Un prodotto che mi ha sempre affascinato per la sua eleganza e intensità gusto olfattiva, così come le sue altre varietà.

Prima di andare avanti vorrei ringraziare il mio “Pusher di Tartufi” di fiducia, che ogni volta mi permette, arrivato questo periodo, di coccolarmi con i controfiocchi.

“Tartufon…c’est bon!”

Il tartufo è un prodotto molto delicato, è sempre consigliabile consumarlo il più fresco possibile, ma tranquilli non vuol dire che dovrete strafogarvi di tartufo; sicuramente avrete una settimana molto intensa di preparazioni, infatti è sconsigliato andare oltre questo periodo di conservazione.

“Tartufo Nero Uncinato”

Per conservare il tartufo, dovrete avvolgere ognuno di loro con della carta assorbente e inserirli dentro un contenitore ermetico in frigorifero, ricordandovi di cambiare la carta assorbente e asciugare per bene il contenitore dall’umidità ogni 24 ore, in modo che non si possa formare alcun tipo di muffa. Vi posso assicurare che per tutto il periodo la vostra casa profumerà di tartufo e sarà una esperienza extrasensoriale.

“Lista ingredienti del Crostone del Trifolau”

Questo piatto per quanto possa avere pochi ingredienti semplici, nasconde delle insidie; “in primis” la qualità degli ingredienti, se spenderemo tanto per il tartufo non vuol dire che dovremo spendere poco per il resto degli ingredienti (mi raccomando non fate questo errore), “in secundis” la cottura dell’uovo che non è poi così semplice e scontata.

Non appena avremo addentato questo Crostone, il nostro palato dovrà fare i conti con un mix di sapori e consistenze; il “croccante” del pane tostato, la “cremosità” dell’uovo, il “sapido” del pecorino, lo “speziato” del pepe nero e “l’umami” del tartufo. Tutto questo in un Crostone, che definire semplice sarebbe un’eresia.

“Quindi allacciatevi il grembiule e rimboccatevi le maniche…Si inizia a godere forte!”

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“Crostone del Trifolau”: con uovo pochè, lardo e tartufo nero

Un piatto rustico all'aspetto, ma elegante nel gusto, pochi semplici ingredienti che ci faranno apprezzare nel complesso questo Crostone.
Portata Antipasto, Aperitivo, Piatto Unico
Cucina Italiana
Parola chiave Crostino, Tartufo, Uovo Pochè
Difficoltà Facile
Preparazione 15 minuti
Cottura 20 minuti
Impiattamento 5 minuti
Tempo totale 40 minuti
Porzioni 1
Costo Medio/Alto

Attrezzature

  • Roner
  • Contenitore del Roner
  • Padella

Ingredienti

  • 1 Uovo
  • 1 Fetta di pane di grano duro
  • 1 Tartufo medio/piccolo
  • q.b. Pecorino Romano
  • q.b. Pepe Nero macinato fresco
  • q.b. Lardo di Colonnata

Istruzioni

  • Si inizia portando a temperatura l'acqua con il Roner, a 75°C, non appena raggiunta immergiamo l'uovo per 12 minuti.
  • Nel frattempo prendiamo una padella e la mettiamo sul fornello a fiamma media, tagliamo il pane a fette, spessa 1-1,5 cm, e lasciamo abbrustolire su entrambi i lati.
  • Fin tanto che il pane è caldo, tagliamo qualche fetta di lardo molto sottile, per ricoprire tutta la superficie della fetta di pane e le adagiamo sopra.
  • A questo punto l'uovo è cotto, possiamo tirarlo fuori dall'acqua calda e con molta attenzione rompiamo il guscio e adagiamo l'uovo sopra il crostone. Completiamo con una grattugiata di pecorino, pepe nero e scaglie di tartufo. Siamo giunti al termine e manca solo un morso per godere.

Note

Già dal primo morso possiamo sentire un esplosione di sapori dati dal pane croccante, l’uovo pochè, il pecorino e infine il tartufo che fa da protagonista. Con questo piatto ci serve una birra che ci accompagni in ogni singolo boccone, che sia una ventata di aria fresca per il palato, la “Montestella” del Birrificio Lambrate è la birra che fa al caso nostro; una pilsner da 5%. Dal colore biondo dorato sormontata da un cappello di schiuma candida e compatta. Al naso si percepiscono le note erbacee di luppolo fresco, fiori di campo e un leggero sentore di cereali. Al palato, troviamo un’equilibrio tra il dolce del malto e l’amaro del luppolo, con un corpo secco che rende questa birra molto facile da bere. Si consiglia di servire questa birra in un boccale a una temperatura di 6°-8°C.

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